• La libertà

    LA LIBERTÀ
    (Giorgio Gaber)

    Voglio essere libero, libero come un uomo.

    Vorrei essere libero come un uomo.

    Come un uomo appena nato
    che ha di fronte solamente la natura
    che cammina dentro un bosco
    con la gioia di inseguire un'avventura.
    Sempre libero e vitale
    fa l'amore come fosse un animale
    incosciente come un uomo
    compiaciuto della propria libertà.

    La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche il volo di un moscone.
    La libertà non è uno spazio libero.
    Libertà è partecipazione.

    Vorrei essere libero, libero come un uomo.

    Come un uomo che ha bisogno
    di spaziare con la propria fantasia,
    e che trova questo spazio
    solamente nella sua democrazia.
    Che ha il diritto di votare
    e che passa la sua vita a delegare,
    e nel farsi comandare
    ha trovato la sua nuova libertà.

    La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche avere un'opinione.
    La libertà non è uno spazio libero.
    Libertà è partecipazione.

    Vorrei essere libero, libero come un uomo.

    Come l'uomo più evoluto
    che si innalza con la propria intelligenza,
    e che sfida la natura
    con la forza incontrastata della scienza.
    Con addosso l'entusiasmo
    di spaziare senza limiti nel cosmo,
    e convinto che la forza del pensiero
    sia la sola libertà.

    La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche un gesto o un'invenzione.
    La libertà non è uno spazio libero.
    Libertà è partecipazione.

    La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche il volo di un moscone.
    La libertà non è uno spazio libero.
    Libertà è partecipazione.

    La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche il volo di un moscone.
    La libertà non è uno spazio libero.
    Libertà è partecipazione.

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    Giorgio Gaber è capace di scavare l’origine di una forma di libertà intesa come condizione non esclusivamente imputabile alla natura umana (Come un uomo appena nato / Che ha di fronte solamente la natura), bensì ad una ricerca che prende il significato di desiderio (Vorrei essere libero / libero come un uomo) in grado di trasporre la propria più primitiva esistenza in un contesto pubblico nel quale, secondo il cantautore, l’uomo, animale sociale, possa intendere l’unica reale forma di questa libertà: quella che prende i sinonimi di collettività (Libertà è partecipazione) e democrazia (Come un uomo che ha bisogno / Di spaziare con la propria fantasia / E che trova questo spazio / Solamente nella sua democrazia).
    Gaber cerca di elevare l’uomo oltre la mera istintività (Sempre libero e vitale / Fa l’amore come fosse un animale) e un interesse volto solo verso i propri confini (La libertà non è star sopra un albero), creando un nuovo concetto della parola stessa: la libertà è sì ideologia (E convinto che la forza del pensiero / Sia la sola libertà) ma non fine a se stessa, bensì condivisa in uno spazio collettivo capace di richiamare l’impegno sociale e politico. Ci si slega dunque dalle direttive di partito (E che passa la sua vita a delegare / E nel farsi comandare / Ha trovato la sua nuova libertà) e si rende tale libertà non oggetto, non condizione (Non è neanche un gesto o un’invenzione), ma natura stessa di un uomo capace e fiero di partecipare attivamente alle decisioni della propria esistenza. Non ci si arrende dunque a vivere in una forma di passività sociale, la quale viene superata partendo dal proprio diritto di voto, per poi innalzare la propria intelligenza non per sfidare la natura, ma per spaziare senza limiti in un cosmo che nient’altro è, se non il mondo: il proprio e quello di tutti.
    Il momento storico in cui Giorgio Gaber scrisse questa canzone, fu un periodo di grande sollecitazione politica e ideologica: lui stesso, con questo brano, incita a quella forma di democrazia diretta come società modellata sul concetto di comune: tutti partecipano alle decisioni per il bene della comunità stessa.
    La storia ha probabilmente dimenticato questa proposta sociale: quel che non deve esser scordato, è la proposta di riflessione che questa canzone può rinnovare ad ogni ascolto, a discapito della storia stessa, da non limitare solo ad un impegno politico locale, ma ad una forma di interesse totale e globale, essenziale per poter essere, per davvero, tutti partecipi e, di conseguenza, a nostro modo liberi.


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